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Expert Insights: Sabrina Mandelli

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Expert Insights: Sabrina Mandelli

Fondatrice e Direttore Creativo, Ssheena
20 dicembre 2017
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Ho avuto una formazione multiforme. Ho studiato ragioneria mentre durante le vacanze estive pressavo macchine nell’autodemolizione di mio padre e non ho mai sognato di lavorare nella moda. Ho sempre odiato parlare di me e descrivermi, forse per questo ho voluto creare il mio brand, un modo in cui fossero i vestiti a rappresentare le mie parole. SSHEENA è la manifestazione del mio ideale di donna, la sua naturale conseguenza. SSHEENA è Billy Wilder, è Fedora e Norma Desmond. Non è particolarmente affabile, eppure quando passa le tieni gli occhi addosso, a debita distanza. È diva e forse un po’ psicotica, sicuramente punk, ma ha una borsa di Chanel. Fuma, poi però a metà spegne la sigaretta schifata. È entrambe le Edith Bouvier di Grey Gardens. Ha le unghie laccate. Un gatto. Le perle. Indossa anche i jeans. È anche probabilmente Joan Crawford. Da Istituto Marangoni alla nascita di Ssheena, ci puoi raccontare il tuo percorso? Dopo il diploma in Marangoni ho iniziato a lavorare da Dolce e Gabbana, dove mi occupavo della demi-couture e degli abiti custom made per le celebrity. Poi sono passata al Gruppo Antonioli come senior designer di Ring e oggi Off White, dove sono womenswear head designer e style coordinator. Tra queste esperienze è nata Ssheena, che è ‘La mia bambina difficile’ come Albert Hoffman definiva la sua creazione più famosa: l’LSD. Una volta conseguito il diploma in Fashion Design presso Istituto Marangoni, quali sfide del mercato del lavoro hai incontrato? Le sfide, appena ci si butta nel mondo del lavoro sono tante, ma io ho sempre adorato affrontarle. L’unico aspetto sgradevole che più che una sfida è un triste fardello che ci trasportiamo da sempre, è la scarsa considerazione della figura femminile rispetto a quella maschile, che nel mio caso mi ha reso ancora più combattiva e determinata, ma che trovo veramente assurdo e paleolitico come approccio lavorativo.  In che modo il tuo percorso di studi presso Istituto Marangoni ha influenzato la tua attitudine e il tuo approccio al lavoro? Ho imparato cosa significhi ‘coolness’ e quanto sia importante la creatività pura, slegata dalle imposizioni del mercato. È stato un magnifico luogo in cui la sperimentazione era la parola d’ordine e questo mi ha permesso di sintetizzare il mio personalissimo processo creativo. Qual è il ruolo del web e dei social media nella tua professione? Per me funzionano come un archivio. Non sono una fanatica dei social. Li uso come vetrina silenziosa in cui mostrare quello che sta dietro una collezione e poi il risultato finale. Non seguire i trend di Instagram è una scelta programmatica del mio brand. In qualità di Founder e Creative Director di Ssheena, come si scontra la creatività con le richieste del mercato? Le necessità del mercato sono qualcosa che è fondamentale comprendere e avere sempre chiare ma non per esserne poi succubi. Anzi, si può anche scegliere di fare qualcosa che è completamente antitetico a quello che il mercato vorrebbe. La verità è che non si ha successo seguendo stupidamente il mercato, ma conoscendolo e stabilendo quali sono i limiti del dominio della propria creatività. Oggi sei a tutti gli effetti un’imprenditrice della moda. Quali consigli daresti a chi sogna di intraprendere una carriera come la tua? Crede che la partecipazione a contest internazionali rappresenti un’occasione di visibilità per i giovani talenti? L’unico consiglio che penso di poter dare è quello di vivere le proprie idee con estrema convinzione e tenere sempre presente che il successo non è immediato. Credo che i contest possano essere sicuramente un ottimo modo per avere una certa visibilità e soprattutto all’inizio una spinta economica che permetta di dare vita concretamente ai propri progetti. Quali sono i progetti per il futuro di Ssheena e le prossime frontiere di sviluppo internazionale considerando la visione del brand? L’obiettivo è quello di creare un’azienda ancor più strutturata; sono fissata con la confezione e vorrei espandere il laboratorio interno per poter avere sotto controllo tutto il processo produttivo.