
Alta moda: definizione e protagonisti
Alta moda: definizione e protagonisti

Sogno, amore eterno, arte: l'alta moda può essere percepita in diversi modi ma è il risultato di pensieri e creatività fuori dal comune. Olivier Theyskens, stilista di Azzarro, crede che “ Una giovane che si interessa di Haute Couture apre a se stessa le porte di un universo che abbonda di riferimenti. Mantenere una mente aperta è vivere il proprio tempo, è essere giovani. Se si sceglie di vivere l’Haute Couture, si faranno le cose nel miglior modo possibile perché quello che si vede è l’eccellenza."
Non c'è definizione più appropriata per ciò che non si può totalmente afferrare. L'emozione delle sfilate d'alta moda sta nell'equilibrio perfetto di estetica, personalità, classe e cultura. Sono visioni e sentimenti resi reali, capi che spesso si trasferiscono nei musei tanto sono eccezionali per foggia, materiali e connotazioni.
Origini nobili
Dobbiamo girare all'indietro le lancette del tempo, per trovare un periodo in cui l'alta moda comincia ad assumere il suo significato moderno, arrivando nel XIX secolo. Possiamo trovare in Charles Frederick Worth il perno attorno a cui si è realizzato un passaggio storico importante, quando da sarto si trasforma a creatore di abiti e di intere collezioni disegnate da lui stesso.
Fino a quel momento, gli abiti per quanto suntuosi venivano realizzati su misura solo per le dame più importanti e potenti, per le nobildonne più facoltose e per le reali. Worth apre a Parigi il suo primo atelier, dove le sue creazioni vengono notate ed acquistate dalla imperatrice Eugenie de Montijo, consorte di Napoleone III, che a sua volta diventò cliente di Worth. Diventando sarto di corte, le sue creazioni diventano la guida estetica della moda del secolo, introducendo il concetto di couturier, cioè di stilista nel senso di artista e non più artigiano.
Un'altra rivoluzione che Worth introduce è la presentazione dei suoi modelli in anticipo rispetto alla stagione, utilizzando le indossatrici come si fa ancora oggi. Anche l'etichetta con il suo marchio all'interno di ogni capo può essere considerata come un passaggio storico, che si accompagna alla contestuale definizione di Haute Couture. Le case di moda nascono proprio a partire da questa evoluzione, a partire dagli anni '50 e '60 dell’800, diventando delle vere e proprie imprese.
Evoluzioni e rivoluzioni
Gli atelier della seconda metà dell'800 sono dei luoghi lussuosi, salotti in cui le dame si recano non solo per fare acquisti, ma per incontrarsi e chiacchierare. È questo il periodo in cui a Parigi si cominciano a rinnovare le forme e i tagli, inventando il tailleur da nonna.
È negli ultimi decenni del secolo che si fondono le maison più famose, guidate da sstilisti come Jeanne Lanvin, Madelaine Vionnet, Madame Paquin, Jacque Docet, Paul Poiret. È quest'ultimo a dare una nuova svolta alla moda: non solo organizza feste memorabili per l'alta società per svelare le sue creazioni alla ricca clientela, ma elimina il busto e lancia per la prima volta una linea di profumi.
È il 1911 quando Edward Steichen fotografa le creazioni di Poiret per la rivista Art et Décoration, dando vita a quello che è considerato oggi uno dei primi editoriali di moda..
1926: Coco Chanel e The little black dress
L'irriverente Coco Chanel realizza nel 1926 quello che fu uno dei primi capi di rottura rispetto alla tradizione precedente: un abito nero (The little black dress) pensato per cancellare le disuguaglianze incarnando lo spirito progressista degli anni ruggenti. Grazie alla sua rivoluzione estetica e alla sua visione dirompente del ruolo della donna, gli abiti cambiano forme e rinnovano completamente il look.
Tra le sue frasi più celebri "Abbiamo vestito donne inutili, oziose, donne a cui le cameriere dovevano infilare le maniche; invece, avevo ormai una clientela di donne attive. Bisogna potersi rimboccare le maniche.”
Impossibile citare tutti gli step che nella prima metà del '900 hanno portato alla definizione attuale di alta moda. Altrettanto impossibile non citare Christian Dior, che nel 1947 svela una collezione che rimane negli annali semplicemente con il nome di "new look": addio all'austerità del secondo dopoguerra e nuova sensualità alla silhouette femminile, una vera celebrazione alle forme della donna, con vita stretta, spalle arrotondate e scolpite, gonne ampie. Una nuova era è iniziata.
L'alta moda e il Prêt-à-Porter: differenze
È negli anni '40 che l'alta moda prende le distanze da altre creazioni, il prêt-à-porter: le prime sono creazioni su misura presentate negli atelier durante piccole sfilate private, per giornalisti e dame famose. Si realizzano in numero molto limitato a causa di un processo creativo, di una ricerca e di una lavorazione preziose e raffinate, impossibili da realizzare su larga scala.
Il prêt-à-porter - o l'easy ready to wear in inglese - è una collezione di prodotti realizzati in serie, con un processo industriale, pensati per essere indossati nella vita di tutti i giorni. E alla portata di tutte le tasche.
L’Haute Couture moderna e i giovani emergenti
Le sfilate di alta moda si tengono a Parigi due volte l'anno, in un carosello di eventi organizzati dalla Chambre Syndicale de la Haute Couture. Le maison coinvolte sono molteplici e molte sono evoluzioni di atelier storici. Da Valentino a Dior e Givenchy, per passare attraverso Armani Privé, Atelier Versace, Alberta Ferretti Limited Edition, Chanel, Elie Saab, Schiaparelli e molti altri.
Tra gli emergenti - non sempre dentro il circo della Haute Couture - possiamo citare Harris Reed, già famoso per aver vestito Harry Styles, Marco Ribeiro con le sue silhouettes innovative e dirompenti, Commas, Florentina Leitner.
Come diventare protagonista dell'alta moda
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