FRANK, The Truth Project: il lavoro di Anna Rebekka Hofer finalista degli ADCE Awards
FRANK, The Truth Project: il lavoro di Anna Rebekka Hofer finalista degli ADCE Awards
Il progetto FRANK – The Truth Project, realizzato da Anna Rebekka Hofer, studentessa del corso BA (Hons) Communication & Visual Design presso l’Istituto Marangoni Milano Design, è stato selezionato come finalista degli Art Directors Club of Europe Awards (ADCE), uno dei riconoscimenti più autorevoli nel panorama della creatività e della comunicazione a livello europeo.
L’ingresso nella shortlist rappresenta un traguardo di grande valore e un importante riconoscimento internazionale.

Seguita dalla Program Leader del corso di Visual & Communication Design, Paola Rolli, Anna ha sviluppato un progetto che nasce da una riflessione critica sul ruolo delle immagini nell’era dell’intelligenza artificiale, in cui la velocità della produzione visiva ha amplificato anche i rischi di manipolazione e disinformazione. In questo contesto, diventano centrali concetti come trasparenza, tracciabilità delle fonti e consapevolezza del processo creativo.
FRANK si presenta come un sistema concettuale di “reverse AI”: un’intelligenza artificiale che non si limita a generare immagini, ma ne rivela le origini, il percorso e i passaggi creativi, trasformando la tecnologia da potenziale minaccia a strumento di verità e responsabilità.
Scopriamo di più dalle parole di Anna.
Come nasce FRANK – The Truth Project?
«Nasce da un mio interesse personale verso il concetto di comunicazione vera e da una domanda semplice: cosa rende un’immagine autentica? Approfondendo questo tema sono entrata in una riflessione più filosofica, che poi ho collegato al mondo in cui viviamo oggi e alle tecnologie emergenti, soprattutto l’intelligenza artificiale.»
Cosa ti ha spinto a collegare il tema della verità proprio all’AI?
«Spesso oggi facciamo fatica a distinguere cosa è reale e cosa è artificiale. Le immagini create con l’intelligenza artificiale rendono il confine sempre più sottile. A un certo punto mi sono chiesta: se l’AI è così potente, perché non usarla per risolvere questo problema invece che crearne di nuovi? Così è nato FRANK, come sistema che lavora sulla trasparenza e mostra il processo che sta dietro alle immagini.»
Nel progetto parli molto di processo e di ciò che c’è dietro un’immagine. Perché è così importante?
«L’intelligenza artificiale non crea davvero dal nulla: attinge da contenuti che già esistono online. C’è sempre una componente human made, un pensiero umano da cui nasce qualcosa di nuovo. Non si parte mai davvero da zero. Per me era importante rendere visibile questo processo e non mostrare solo il risultato finale.»
Qual è stata la maggiore sfida nello sviluppo del progetto?
«La difficoltà più grande è capire davvero come funzionano i sistemi di generazione delle immagini, perché questi processi non sono trasparenti e richiedono competenze molto approfondite. Ma la sfida che mi ha stimolata di più è un’altra: sviluppare uno sguardo critico. Oggi, nei nuovi media, dovremmo imparare a non fermarci all’effetto “wow” e a essere più consapevoli, più responsabili e anche un po’ scettici rispetto a ciò che vediamo.»
Cosa ha significato entrare nella shortlist degli ADCE Awards?
«È stata un’esperienza unica, che mi porterò sempre con me. Essere a Barcellona, vivere quell’atmosfera, entrare in contatto con altri creativi e vedere tanti progetti è stato pazzesco. È stata una conferma fortissima: è questo l’ambiente in cui voglio muovermi. È bellissimo vedere come un insight che all’inizio può sembrare semplice, in un contesto creativo possa crescere e diventare qualcosa di potente.»
Cosa ti porti a casa da questa esperienza?
«Ho capito quanto il nostro lavoro possa essere una voce importante per la società. Abbiamo una grande responsabilità, perché possiamo influenzare tante persone, e questo mi ha colpita molto.
Vorrei ringraziare l’Istituto Marangoni, il direttore Sergio Nava e soprattutto la mia tutor Paola Rolli, che mi hanno permesso di vivere questa esperienza, entrare in questo mondo e imparare tantissimo. Spero che questo sia solo l’inizio di una bellissima avventura.»
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